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Due ristoranti imperdibili a Milano

ROVELLO 18, Via Tivoli 2

In zone come Brera e Corso Garibaldi, che non si distinguono di certo per varietà e livello di offerte, Rovello 18 è uno dei pochi posti in grado di dare un ottimo contributo alla ristorazione milanese di qualità.

Il merito è dello chef Michele De Liguoro, figlio della proprietaria Cinzia Rossi, che porta avanti le ricette di famiglia affiancandole a nuove proposte. Infatti, oltre a piatti che troverete sempre in carta, come il tradizionale vitello tonnato,

il fantastico spaghetto con guanciale e puntarelle

e l’intramontabile cotoletta milanese di Tomahawk con l’osso con contorno di patate affettate a mano e fritte al momento,

il menu offre sorprendenti piatti di carne, pesce, verdure e zuppe, che cambiano spesso in base alla disponibilità delle materie prime e all’estro dello chef Michele.

L’introvabile broccolo di Custoza

Anche i dolci sono meritevoli. Li avremmo presi tutti, ma per non esagerare la scelta è ricaduta sulla intramontabile Torta Cinzia, che prende il nome della proprietaria, che l’ha anche inventata.

Si tratta di una torta al cioccolato con accanto della panna fresca. Una delizia in tutta la sua semplicità.

Rovello 18 raggiunge il top con la sua fornitissima cantina: vini da tutta l’Italia, con particolare attenzione per il Piemonte. Scelte per tutte le tasche (dai 20 € fino ai più esclusivi e pregiati da 3000 € a bottiglia).

Il conto, dipenderà molto dal vino che sceglierete :))), però, senza strafare, si aggirerà intorno ai 40/50 € a testa. Una spesa “medio-alta” ma giustificata dalla zona e dall’eccellenza delle materie prime utilizzate.

L’ambiente è caldo e accogliente, formale ma non troppo. A proposito, se potete, chiedete un tavolo al piano superiore dove godrete di un’ottima vista su Corso Garibaldi.

#citorneremo

 

 

ANTICA OSTERIA IL RONCHETTINO, Via Lelio Basso 9

L’Antica Osteria Il Ronchettino è un punto fermo nella ristorazione milanese “non stellata”, anche se a nostro avviso, la stella per lo chef Federico Sisti non tarderà ad arrivare.

L’esperienza inizia molto prima della degustazione dei piatti grazie alla spettacolare location. In una zona defilata dal centro, alle porte di Milano (quartiere Chiesa Rossa), questo ristorante nasce all’interno di un’antica cascina ristrutturata con gusto ed è allestito con un mood natalizio per tutto l’anno, che aumentano a dismisura nei mesi di Dicembre e Gennaio riuscendo comunque a risultare sempre elegante e di gran classe.

Con grande stupore e piacere notiamo che i tavoli sono ben distanziati tra loro, ed è proprio il caso di urlarlo: FINALMENTE!

La cucina propone un incontro tra la tradizione lombarda e quella romagnola (Sisti è originario di Rimini) e non mancano le incursioni nella cucina moderna.

Affidandosi a lui, si possono assaggiare i vari antipasti: milanesi (mondeghili, insalata di nervetti) e romagnoli (gnocco fritto e culatello) da poter accompagnare col pane caldo e fragrante, fatto in casa e cotto nel loro forno a legna e i croccanti grissini, anch’essi di produzione propria, tirati a mano.

Alla prossima cena, ordineremo sicuramente un piatto imperdibile per chi l’ha assaggiato: l’anguilla laccata alla soia con purea al naturale di cavolfiore. Abbiamo sottolineato “al naturale” perché è importante riportare le parole dello chef, col quale abbiamo avuto il piacere di parlare a fine della serata. Ci ha riferito che il brodo viene fatto solo con verdure fresche: sono banditi dadi ed esaltatori di sapidità. Abolito anche l’impiego del sottovuoto. I sughi vengono preparati giornalmente ed è anche per questo che è preferibile prenotare: in questo modo lo chef regolerà le proprie preparazioni in base agli ospiti che ci saranno, evitando così gli sprechi.

A questo primo giro noi abbiamo voluto assaporare tutta la “milanesità” del Ronchettino.

Dal riso carnaroli riserva San Massimo alla Milanese con midollo arrosto (il miglior risotto alla milanese mai provato, meglio di altri blasonati e vincitori di premi vari).

E poi pappardelle con spalla di cinghiale cotta a legno in grappa di Moscato Levi Serafino (pregevole la cottura del cinghiale)

Strozzapreti (fatti rigorosamente a mano come tutta la pasta fresca qui) con ragù di creste di gallo e peperoncino . Solo questo piatto valeva tutta la cena!

Cotoletta alla Milanese “Orecchia d’Elefante” (anche in questo caso, la miglior cotoletta mai provata!)

Ovviamente anche i dolci qui sono prodotti artigianalmente e superano tutte le aspettive.

Non ci sono dubbi: #citorneremo!

Pubblicato il Italia, Milano