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Il borgo di RUFFANO e i suoi tesori

Dopo avervi raccontato Muro Leccese, Maglie, Vernole e dintorni, ci spostiamo a Ruffano, uno dei nostri borghi salentini preferiti.

Immerso nella natura

Ormai è nostra consuetudine partire dall’origine del nome del paese che visitiamo. Nel caso di Ruffano le ipotesi sono due: potrebbe derivare da un centurione di nome Ruffo, al quale spettò questa terra dopo l’occupazione romana del Salento, oppure dal latino Rubis, per il fatto che questo luogo era pieno di rovi e frutti.

Ruffano è infatti situato nella natura e il suo stemma araldico raffigura tre collinette: su quella centrale, la più alta, sorge la cittadina, rappresentata con il simbolo purificatore del fuoco.

Cosa vedere

Le “serre salentine” e la Cripta del Crocefisso

Nelle campagne a sud di Ruffano (in direzione Taurisano) tra le tante masserie e pajare (ricoveri per attrezzi contadini) ci si trova di fronte all’imponente Trullo Ferrante.

A nord di Ruffano addentratevi invece nel Bosco Occhiazzi. Due ettari di macchia mediterranea incontaminata in cui è possibile passeggiare lungo sentieri naturali. L’area è attrezzata con servizi igienici, panche e tavoli destinati alla sosta, al riposo e alla ricreazione, il tutto nel massimo rispetto dei luoghi.

Da qui si intravede la località Manfio, sull’altura della serra di Casarano. E’ raggiungibile a piedi, attraverso un bel sentiero che conduce direttamente alla Chiesa bizantina della Madonna della Serra e alla Torre aragonese di avvistamento del XVI secolo, oggi recuperata e adibita a Centro visita/aula didattica.

Da questa altura potrete ammirare in lontananza il mare di Gallipoli e le marine di Ugento. La zona è ricca di grotte e anfratti naturali, alcuni dei quali abitati sin dal Paleolitico, come nel caso della cripta del Crocefisso (o di Santa Costantina).

Situata al confine con il comune di Casarano, questo importante sito è una grotta naturale trasformata in luogo di culto cristiano dai Basiliani nel XI secolo. Al suo interno convivono graffiti di epoca paleolitica, neolitica e affreschi bizantini.

Il centro storico

Giunti nel centro del paese, vi ritroverete nell’ampia e scenografica Piazza IV Novembre. Lì si fa notare il prospetto del settecentesco Palazzo Villani-Licci, situato in posizione sopraelevata e in chiaro stile tardo-barocco. Bellissime la balconata in ferro battuto e le 53 mensole in pietra leccese sottostanti. Sul retro ha anche un magnifico giardino visitabile durante occasionali eventi organizzati.

A destra del palazzo, c’è l’interessante Chiesa della Madonna del Carmine, che però abbiamo trovato chiusa. Peccato, perché nella sottostante cripta sono conservati diversi affreschi del XIV-XV secolo.

Nella piazza più a nord, piazza San Francesco, nel punto più alto del paese, sorge il castello Brancaccio. Edificato nel 1626 dalla famiglia Brancaccio, il castello di Ruffano ha sempre avuto l’aspetto di una nobile dimora.
La facciata è impreziosita da diversi bassorilievi con simboli di guerra, scudi, lance e cannoni, mentre il portale reca ancora lo stemma della famiglia Ferrante, una delle tante che lo abitò.

A caratterizzarne la struttura è la loggia che unisce l’edificio alla chiesa parrocchiale. Giunti comodamente all’interno della chiesa, i nobili potevano assistere alle funzioni senza essere visti, da dietro ad una grata. Questo era definito “privilegio della grata” ed è un simbolo del rapporto tra Chiesa e aristocrazia.

Alla Chiesa Madre della Natività della Beata Vergine Maria si può accedere anche tramite un portale laterale, sormontato da uno slanciato campanile mentre la stupenda facciata in carparo non si può invece apprezzare appieno perché prospetta su uno stretto vicoletto.

L’edificio è in chiaro stile tardobarocco ed è costruito nei primi decenni del Settecento su una preesistente chiesa di rito greco. Le grandi tele a muro al suo interno sono tutte opere di un unico artista, il ruffanese Saverio Lillo, un artista salentino poco conosciuto che andrebbe rivalutato. Il suo capolavoro, del 1767, si trova sulla controfacciata e rappresenta la Cacciata dei mercanti dal tempio. Oltre alle tele non mancano ovviamente i sontuosi altari laterali, come l’ultimo del transetto destro, dai ricami scultorei ipnotici. Nell’area semi-ipogea sottostante alla chiesa, alla quale il visitatore può accedere mediante una scalinata, si trovano importanti reperti di un cimitero bizantino.

Percorrendo la strada che dalla chiesa madre porta a via Pizzolante, troviamo anche la Porta falsa o “Porticeddha”, un doppio arco d’ingresso che crea una prospettiva molto suggestiva.

Percorrete le viuzze del centro, con la loro atmosfera da borgo medievale amplificata ancora di più dalle luci della sera. Una stradina, in particolare, è stata decorata con i caratteristici tamburelli, che la rendono un irresistibile set fotografico.

Giungerete nella caratteristica piazzetta Giangreco. Lì potete ammirare il meraviglioso arco d’ingresso del cortile Aymone-Giangreco. Un arco quattrocentesco dalle forme squadrate, la cui erosione della pietra lo rende ancora più affascinante.

Il tappeto volante

In via Regina Elena si trova questa bellissima opera di street-art. Due artisti, Giorgia Prontera (Ruffano) e Tumu GaoGao (Napoli) hanno dipinto a mano una scalinata urbana, rendendola una sorta di coloratissimo tappeto volante. “Volante” perché attraverso decori che si ispirano alla tradizionale produzione di tappeti del Mediterraneo e a simboli e scene della vita del paese, crea l’impressione di essere proiettati in altri luoghi e culture.

La festa di San Rocco

Torrepaduli è la frazione di Ruffano nota per la danza scherma, un particolare tipo di pizzica, che mima nelle sue movenze, scandite dal suono ritmico ed ossessivo del tamburello, quello che un tempo era un reale duello tra due contendenti, all’interno di un cerchio delimitato dalla folla che vi assiste (ronda). Viene ballata in occasione della festa di San Rocco (15 e 16 Agosto), che ogni anno ospita migliaia di persone nel piazzale del Santuario di S. Rocco.

Cosa acquistare

Un tamburello personalizzato

Se non avete la fortuna di trovarvi a Ruffano a Ferragosto, potete comunque togliervi lo sfizio di visitare uno dei rari artigiani che ancora realizza tamburelli.

Stiamo parlando di Rocco Luca Frisullo, che siamo venuti a conoscere nella sua bottega a Torrepaduli. Rocco è anche uno dei componenti dei Tamburellisti di Torrepaduli, storico gruppo di pizzica salentino.

Ceramica e cartapesta

Nel centro storico di Ruffano c’è anche la bottega di una artista della ceramica e della cartapesta. Si chiama Pamela Maglie e ha adibito uno showroom all’interno del suo frantoio ipogeo. Pamela realizza anche gioielli sostenibili mixando materiali, forme e colori.

I panari

Si chiama Vincenzo Frisullo (mesciu Nzinu) e lo si trova ogni giorno, dalle 9 alle 12 in piazza Mazzini, intento a intrecciare ramoscelli di ulivo. Sarà impossibile non notarlo, anche per via della sua coloratissima ape-negozio, in cui sono appesi centinaia di “panari“, cesti intrecciati a mano fatti con giunchi di ulivo e canne. Mesciu nzinu è un vecchietto alquanto burbero ma pur sempre un tesoro vivente, probabilmente uno dei pochissimi artigiani di panari ancora in vita.

Un brand internazionale di design

Sempre a Torrepaduli, ha sede Kiasmo, un innovativo brand di design. Ceramica, moda, arte e architettura, Kiasmo racchiude tutto. Questo brand salentino ha scelto un taglio internazionale, riuscendo con successo a valorizzare la Puglia nel mondo. I soci sono tre: Francesco Maggiore (direttore creativo), Mauro Melissano (Ceo) e Vincenzo D’Alba, l’artista che realizza a mano i bellissimi disegni applicati poi, tramite decalcomania, ai loro prodotti.

Dove mangiare

Le campane Home Restaurant. Pina Locatelli è una cuoca che è riuscita a portare la propria passione tra le mura della sua casa.

Passione che ritroviamo nei suoi piatti. A casa di Pina ci sono pochi coperti, ben sistemati su una splendida terrazzina d’estate e in una calda cucina quando giunge l’inverno.

Notiamo subito la grande attenzione per i dettagli. Ma è solo assaggiando che ci rendiamo conto che i piatti della tradizione salentina qui sono realizzati egregiamente.

Trascorriamo una cena “come in famiglia“, fatta di bontà e convivialità, Pina e la sua famiglia sono anche di ottima compagnia.

Farmacia dei Sani. Ve ne parlammo in questo articolo.

Si conclude così la nostra visita approfondita in questo bellissimo borgo. Una cittadina che ha ancora altro da raccontare e sarà questo il motivo per cui CI TORNEREMO!

Vi piace andare alla scoperta dei borghi salentini? Qui trovate tutte le nostre guide ai tesori della nostra terra.

Pubblicato il Paesi, Salento