MA…ANCORA?!
Come mai un nuovo articolo su un ristorante di cui avevamo già parlato (qui)?
Perché non bastava. Vi avevamo parlato dei lori crudi, dei mitici spaghetti aglio olio peperoncino e mare, e della loro frittura di pesce praticamente perfetta, ma c’era ancora un mondo di pietanze inesplorate che ci eravamo promessi di testare appena possibile.
E così è stato. Anche questa volta, lo chef Giovanni Ingletti ha spadellato per noi dei capolavori che meritano di essere degustati, fotografati e raccontati.
Adesso che abbiamo una visione più ampia della loro proposta eno-gastronomica, non esageriamo se vi diciamo che alla Taverna del Porto abbiamo mangiato il miglior pesce della nostra vita.
Questa esperienza è partita con un colpo di scena carico di tensione. “Non imboccate via Marco Polo” non è il titolo di un film horror ma un consiglio spassionato che vi diamo per non rimanere bloccati nella stradina alle spalle del ristorante, talmente stretta da danneggiare la carrozzeria di qualsiasi auto. Ci cascano in tanti, ma per fortuna noi siamo riusciti ad evitarlo grazie al salvataggio di Alessandro, uno dei proprietari del ristorante, che ha prontamente fatto delle manovre al posto nostro.
Dopo il panico da incastro, capite bene che per calmarci (bella scusa) ci siamo dovuti adagiare sulle loro sdraio vista mare e degustare l’aperitivo di benvenuto fatto di patatine fresche fritte e due calici di bollicine.
Una volta ri-creati eravamo finalmente pronti per lo spettacolo.
Sul fatto che qui la cucina sia frutto di genialità, concretezza e autenticità, non ci sono dubbi. Potete verificarlo voi stessi andandoci.
Ma è sulla carta dei vini che vogliamo spendere qualche parola.
Frutto di una incessante ricerca sul territorio e oltreconfine, Roberto Rizzo è uno dei pochi ad aver curato un’accurata selezione di vini naturali nel Salento.
A noi ha proposto uno dei suoi assi nella manica, un rifermentato bianco ottenuto con metodo ancestrale dall’azienda agricola biodinamica Cascina degli Ulivi di Stefano Bellotti. Etichetta fighissima, vino fresco, aromatico e “scende che è una bellezza”.
Alla Taverna del Porto niente è lasciato al caso, neanche il pane ha un ruolo marginale, anzi è un grande protagonista. Il cesto che arriva al tavolo di default è composto da pagnotta al lievito madre, puccette alle olive e degli incredibili grissini ai cereali e semi misti. Tutte opere di Riccardo Serafino, panificatore nonché pizzaiolo del ristorante.
Il nostro è stato un pranzo che oscillava tra realtà e sogno. Di tanto in tanto dovevamo darci dei pizzicotti a vicenda per tornare al “qui e ora”, ma non facevamo in tempo a riprenderci che già tornavamo a sognare. E’ successo con la tartare di palamita
e le alici “di Mario” (ex pescatore, padre di Alessandro e Pierluigi e fondatore della storica pescheria da cui ha avuto origine questa grande avventura)
con gli arrosticini di spada fritti con panatura di friselle;
con i crostoni di pane (morbidissimi tanto da sembrare pan-brioche) con acqua di pomodoro emulsionata all’olio evo, datterini rossi e gialli e alici sotto’olio
e infine con l’epico carpaccio di spicaluro (sugarello)
più la frittura della sua parte esterna
Gli spaghetti alla bisque di crostacei e tartare di gamberi sono stati l’ennesima conferma di un pranzo folgorante.
La tartelletta ripiena di cioccolato bianco e mascarpone condita con San Marzano è stata poi come un maestoso sipario calato su un pranzo-spettacolo indimenticabile.
E voi avete già provato la Taverna del Porto? E’ anche per voi uno dei migliori ristoranti di pesce nel Salento? Fatecelo sapere nei commenti o taggateci nelle vostre stories e post di Instagram.