PUGLIA “A EPISODI“
Che odori, che sapori e che luoghi meravigliosi ci offre la nostra magnifica Puglia! Borghi incantevoli, mare cristallino, natura incontaminata, ristoranti e trattorie tipiche in cui mangiare davvero bene. C’è da sbizzarrirsi!
Sapevate che è la regione più estesa dell’Italia meridionale? Per visitarla tutta e in modo approfondito (tra destinazioni più e meno note) abbiamo deciso di scoprirla e raccontarvela in più episodi, come il buon Netflix insegna 🙂
Il primo lo dedichiamo alla Valle d’Itria.
CEGLIE MESSAPICA
Sulla strada fra Martina Franca e Ceglie, in contrada Raschiazappa, fermatevi ad ammirare e a fotografare la stupenda Chiesa di San Martino, una chiesetta unica nello stile grazie al suo azzurro sgargiante.
Il borgo medievale di Ceglie Messapica non è una meta turistica molto gettonata, eppure è un gioiellino che merita una visita. Soffermatevi sui panorami mozzafiato che offre, da lì il vostro sguardo si poserà su ampie distese verdi.
Ritagliatevi un’oretta per fare un giro tra le viuzze del centro storico, ricco di architetture notevoli come il Castello Ducale, la cinquecentesca Collegiata di Santa Maria Assunta e l’ottocentesca Torre dell’Orologio che domina la suggestiva Piazza Plebiscito.
DOVE MANGIARE A CEGLIE MESSAPICA, “LA CITTA’ DEL GUSTO”
Questa graziosa città messapica si fregia dell’appellativo di “città d’arte e terra di gastronomia” per la sua storia millenaria e per l’importante tradizione gastronomica.
Noi non possiamo che confermarlo, dal momento che abbiamo mangiato magnificamente in due posti secondo noi imperdibili.
A PRANZO DA CIBUS, DOVE LA PUGLIA E’ SERVITA
Quella di Cibus è una cucina dissidente. Con questo termine il patron Lillino intende un modo di fare cucina senza fronzoli, mixando ricerca e tradizione e dando vita ad una cucina buona e sana.
Per cominciare optiamo per gli antipasti della casa -la prova del nove per un ristorante- che comprendono piatti vegetariani come fiori di zucca con ricotta e mandorle secche, sformati, bruschette e verdure in agrodolce.
Come primi ordiniamo la sagnapenta con mollica di pane fritto, ricotta forte e ragù e i maccheroni alle olive mennelle con ortaggi e pezzetti di coniglio.
Saltiamo i secondi per andare direttamente sul loro pezzo forte: il caciocavallo “scoppiato”, ossia rifermentato attraverso uno shock termico. Una bomba!
Il locale si trova in quello che prima era un antico convento, adesso arredato in stile rustico-chic. Sotto le arcate bianche del cortiletto si sta una favola!
Il prezzo è coerente con la proposta (menù).
A CENA DA ENOCOCUS, IL REGNO DELLA CARNE DI QUALITA’
La Valle d’Itria è un pullulare di proposte culinarie più quantitative che qualitative, ma c’è chi si distingue. Lo fa senz’altro EnoCocus Acini & Carbone, un ristorante di livello, in cui la qualità delle materie prime fa da protagonista.
All’arrivo notiamo alcuni dettagli, a cominciare dall’atmosfera intima ed elegante e dal garbo della titolare Alessandra, che accoglie e mette a proprio agio i clienti.
Un plauso va anche alla scelta dell’acqua (Lauretana in vetro), all’olio evo della nostra cultivar preferita (Ogliarola), alla qualità del pane, alla presenza del gel igienizzante su tutti i tavoli, ai calici di prosecco come benvenuto. La presenza del forno-brace Josper e persino la simpatica maniglia a forma di mannaia sulla porta del bagno ci fanno capire che qui niente è lasciato al caso!
Enococus è il regno della carne di qualità, grazie alla selezione di carni che provengono da uno dei migliori macellai, non solo di Puglia ma di tutta Italia, Francesco Camassa.
Ad aprire le danze, la loro battuta di fesa di scottona locale condita con un mix di 7 pepi e contornata da una indimenticabile misticanza locale (raccolta a mano da una loro amica fidata, la signora Enrica). E’ probabilmente una delle tartare di carne più buone che abbiamo mai mangiato. Saporita e al contempo delicata.
Le eccellenze pugliesi come i salumi di Romanelli (Martina Franca) ci sorprendono; i formaggi di Ciccio Cafagna (Peschici) e i latticini freschi della Masseria Fragnite (Ceglie Messapica) ci conquistano per la varietà di gusti e consistenze; i peperoni alla brace, con la loro pungente affumicatura ci spiazzano; nelle polpette di uova pane e menta ritroviamo sapori dimenticati della nostra infanzia, mentre la fonduta di caciocavallo vorremmo non finisse mai.
Il taglio di razza Jersey, allevata in puglia e frollata per 110 giorni è speciale.
Non a caso il titolare Francesco è specializzato anche nella frollatura delle carni. Nella sua cella effettua una maturazione “dry aging“, processo attraverso cui la carne perde i suoi liquidi ed esprime al meglio gusto e sentori.
Un buon Susumaniello della Masseria Li Veli ci accompagna durante tutta la serata.
A concludere questa cena epica ci pensano gli ottimi biscotti cegliesi a base di pasta di mandorle e confettura di ciliegiee l’amaro Martina, con i suoi amabili sentori erbacei e balsamici.
I prezzi sono in linea con la proposta. Scegliendo antipasto, tagliata, acqua e vino si spendono circa 40 euro a testa. Se invece ci si orienta su tagli di carne e vini “più importanti” si va su una media di 60 euro a testa.
MARTINA FRANCA
La caratteristica principale del centro storico di Martina Franca sono i suoi vicoli e le piazzette, in cui spuntano facciate di palazzi e casupole decorate con fregi barocchi. Il borgo è tutto un manifestarsi di allegria, con le sue stradine allestite con ombrelli e tessuti colorati.
I PORTICI
Piazza Maria Immacolata, comunemente detta “I Portici” è nel cuore del borgo antico e somiglia ad un elegante salotto. Ha una struttura molto particolare caratterizzata da ampie arcate e linee neoclassiche ma inserite in un contesto barocco.
La piazza è il luogo ideale per rilassarsi, magari con il celebre bocconotto alla crema accompagnato da una bella granita al caffè con panna fresca, due specialità del rinomato bar Caffè Tripoli. Noi purtroppo capitiamo nel suo giorno di chiusura, ma vi consigliamo di provarlo perché a Martina Franca questo bar è un’istituzione.
Poco distante, in via Cirillo 9, troviamo il “bar più piccolo del mondo“. Anche questo chiuso ma ne approfittiamo per uno scatto.
Ci spostiamo, poco più in la del centro, per provare lo storico Bar Adua, con la sua famosa granita al caffè con doppia panna e il suo latte di mandorla autoprodotto. Purtroppo però, troviamo chiuso (per ferie) anche questo bar.
Insomma, con i bar ci dice male. Sarà questo un motivo in più per tornare? Eh sì.
CHIESA DI SAN MARTINO DI TOURS
Accanto ai portici si apre una seconda piazza, la bellissima Piazza Plebiscito. E’ lì che si erge imponente l’affascinante Chiesa di San Martino di Tours.
Sarà per la magnificenza delle sue forme barocche, o per via della sua pietra, ma questa chiesa sembra splendere di luce propria. Rimaniamo incantati dai suoi affreschi e dal suo altare maestoso.
PALAZZO DUCALE
E’ impensabile fare tappa a Martina Franca senza visitare il suo meraviglioso Palazzo Ducale (ad ingresso gratuito).
La prospettiva creata dal susseguirsi di porte allineate crea una piacevole illusione ottica.
Gli ampi saloni ricchi di affreschi notevoli, il trompe-l’oeil su soffitto e pareti trasformano la percezione visiva in una vera e propria esperienza sensoriale.
DOVE MANGIARE A MARTINA FRANCA
Decidiamo di provare un ristorantino che propone una cucina del territorio rivisitata in chiave moderna, in un locale in pietra molto caratteristico.
Stiamo parlando di “Gaonas-officine del gusto” dello chef e proprietario Gianfranco Palmisano.
Situato in un vicolo defilato e tranquillo, da Gaonas troviamo un ambiente rilassato e ricercato al contempo.
Al nostro arrivo ci servono una bollicina di benvenuto e una selezione di focaccine, taralli, grissini e pane fresco, per ingannare l’attesa. Ottimi gli antipasti di melanzana arrosto con stracciatella e pomodoro arrosto e polpette Gaonas su passata di pomodorini gialli e caciocavallo fuso.
Le polpette in particolare ci fanno sognare grazie al loro mix di sapori esplosivi!
Straordinari i due primi: i plin ripieni di erbette con salsa al pomodoro e basilico e i rigatoni con ragù misto e fonduta di caciocavallo.
Le bombette purtroppo non facciamo in tempo a fotografarle perché spariscono senza neanche accorgercene.
Tutte le pietanze hanno un aspetto invitante e vengono presentate bene, grazie all’impiattamento dello chef e alla scelta dei bellissimi piatti in ceramica.
Se le temperature -di fuoco- fossero più clementi gusteremmo queste specialità ancora di più. Infatti in estate vi consigliamo di provare il ristorante a cena, per poter godere appieno dell’esperienza.
Menzione speciale per la carta dei vini che conta circa 500 etichette tra vini convenzionali e naturali.
Prezzi adeguati alla qualità dei piatti (menù)
Per adesso, e solo per adesso, il nostro tour in Valle d’Itria termina qui. Abbiamo ancora tanto da scoprire e tantissimo di cui raccontare, perciò vi aspettiamo nei prossimi episodi.
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