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Osteria Panarino. La NOVITÀ che mancava nel Salento

OSTERIA PANARINO, Piazza Risorgimento, 7 Porto Cesareo

Porto Cesareo spesso e volentieri si dimostra una giungla di ristoranti “acchiappa-turisti”. Noi ci siamo stati per uno scopo ben preciso, provare l’Osteria Panarino, che in questa giungla fa la differenza. Pasquale in cucina e Clara ai tavoli hanno aperto da pochi mesi, sono due giovani fratelli e puntano su materie prime eccellenti e ricette ricercate e gustose.

Doppia stima quindi per questi due giovani che hanno avuto il coraggio di scommettere e investire sulla propria terra e sulla qualità. Siamo sempre dalla parte di chi insegue i sogni e fa l’impossibile per realizzarli.

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La cucina, a base di pesce, è pensata e studiata nei minimi dettagli. Parte da ricette semplici ma ha quel tocco in più per cui si distingue da tutte quelle che abbiamo provato finora. Niente di particolarmente estroso, è tutto molto calibrato e azzeccato.

Un dettagliato menù-che cambia come cambiano le stagioni-presenta molto bene i piatti. Notiamo che la maggior parte delle materie provengono da presidi Slow food. Scattano i primi applausi.Non c’è una voce del menù che ci lasci indifferenti, ma decidiamo di orientarci su antipasti e primi.

Partiamo dalla prova del nove per qualsiasi ristorante di pesce, la selezione di frutti di mare. Nel piatto ritroviamo l’invincibile trio “ostrichecozzevongole” e, udite udite, i “piedi di mulo“, che non avevamo mai provato. Per farvi un’idea, sono una sorta di vongole veraci ma più callose e dal sapore di mare meno pronunciato. Li ha mangiati con piacere persino Fabio, che non va matto per i frutti di mare e di solito cede e li ordina solo per accontentare me.

La prova è superata alla grande! Secondo applauso.

Gli antipasti ci sorprendono. Pizza fritta al nero di seppia con burrata, erbette di campo e gamberi scottati -spettacolare-

e tortino di alici e ricotta su passatina di pomodoro e lampascioni, un piccolo capolavoro che quasi ci dispiaceva dover rovinare mangiandolo.

Terzo applauso, e via con i primi.

Risotto vialone nano della Riserva San Massimo al pomodoro giallo (dei bravissimi ragazzi della Cooperativa Karadrà ai quali abbiamo dedicato questo articolo)

e sagne di grano duro Senatore Cappelli al ragù di scorfano

Su entrambi i primi abbiamo avuto un sobbalzo di piacere!

Qui gli applausi non sono più sufficienti, scatta l’ovazione.

Per non esplodere, saltiamo i secondi ma prendiamo comunque il dolce a causa di un fenomeno abbastanza comune definito “sazietà sensoriale specifica“, che ti fa tornare l’appetito quando si pensi di non avere più spazio. E’ meglio conosciuto come “gola“, vi dice qualcosa?! :))

All’eccessiva dolcezza della mousse alla mandorla con biscotto al pistacchio e miele preferiamo la mousse di yogurt con marmellata di fichi e crumble alle nocciole, molto delicata e soffice. Ci piacerebbe portarne una a casa, per quanto è buona.

LOCATION E SERVIZIO

Interno minimal ma ancora non sfruttato grazie alle belle giornate che ancora ci sta regalando il Salento, in cui è possibile cenare all’aperto. Il dehor esterno che dà sulla piazzetta del paese ha pochi tavoli, apparecchiati con gusto. Il nome dell’osteria deriva da “lu panaru” (il paniere), un tradizionale cesto in vimini intrecciato a mano. Difatti la prima cosa che notiamo al tavolo dei bellissimi poggia piatti ed un carinissimo cestino per il pane.

Il servizio è uno dei migliori tra quelli con cui abbiamo avuto a che fare fino ad oggi. Clara è la perfetta padrona di casa, è affabile, spiega, consiglia e accontenta le varie richieste al meglio.

PREZZO

Come accade ormai sempre più raramente, all’Osteria Panarino i prezzi sono più che onesti e forse anche bassi per tutti gli sforzi imprenditoriali e culinari di questi due ragazzi. Insomma una delle migliori cene mai fatte ad una cifra “ridicola” che si aggira attorno ai 40€ a testa vino incluso.

Menzione speciale va proprio al vino -naturale- il Sinergico della cantina Supersanum, un bianco macerato aromatico e fresco.

PER CONCLUDERE

«A fare un lavoro male o bene, ci si mette più o meno lo stesso tempo. Noi abbiamo scelto di farlo bene» è con queste parole che ci salutano Pasquale e Clara.

<<Ci torneremo>> sono quelle che diciamo invece noi a loro.

Veramente auguri ragazzi, deliziate il mondo.

Pubblicato il Italia, Pesce, Salento